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Nazim Hikmet, le poesie più belle del più importante poeta turco

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Nazim Hikmet, le poesie più belle del più importante poeta turco

MILANO - Il 20 Novembre 1902 nasceva Nazim Hikmet, più importante poeta turco del Novecento, ricordato principalmente per il suo capolavoro, la raccolta Poesie d'amore, che testimonia il suo grande impegno sociale e il suo profondo sentimento poetico. Per celebrare questa ricorrenza, vi proponiamo le sue poesie più celebri.

LEGGI ANCHE: Jacques Prévert, le poesie d’amore più belle

.

Il più bello dei mari

 

Il più bello dei mari

è quello che non navigammo.

Il più bello dei nostri figli

non è ancora cresciuto.

I più belli dei nostri giorni

non li abbiamo ancora vissuti.

E quello

che vorrei dirti di più bello

non te l'ho ancora detto.

 

.

Alla vita

 

La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell’al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.

.

La vita non é uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate,
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla é più bello, più vero della vita.

.

Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.

.

 .

Amo in te

Amo in te

l'avventura della nave che va verso il polo

amo in te

l'audacia dei giocatori delle grandi scoperte

amo in te le cose lontane

amo in te l'impossibile

entro nei tuoi occhi come in un bosco

pieno di sole

e sudato affamato infuriato

ho la passione del cacciatore

per mordere nella tua carne.

.

.

Anima mia

Anima mia

chiudi gli occhi

piano piano

e come s'affonda nell'acqua

immergiti nel sonno

nuda e vestita di bianco

il più bello dei sogni

ti accoglierà

 

anima mia

chiudi gli occhi

piano piano

abbandonati come nell'arco delle mie braccia

nel tuo sonno non dimenticarmi

chiudi gli occhi pian piano

i tuoi occhi marroni

dove brucia una fiamma verde

anima mia.

amo in te l'impossibile

ma non la disperazione.

.

.

Ho sognato della mia bella

Ho sognato della mia bella

m'è apparsa sopra i rami

passava sopra la luna

tra una nuvola e l'altra

andava e io la seguivi

mi fermavo e lei si fermava

la guardavo e lei mi guardava

e tutto è finito qui.

.

.

Angina pectoris

Se qui c'è la metà del mio cuore,dottore,

l'altra metà sta in Cina

nella lunga marcia verso il Fiume Giallo.

E poi ogni mattina,dottore,

ogni mattina all'alba

il mio cuore lo fucilano in Grecia.

E poi,quando i prigionieri cadono nel sonno

quando gli ultimi passi si allontanano

dall'infermeria

il mio cuore se ne va,dottore,

se ne va in una vecchia casa di legno,

a Istamburg.

E poi sono 10 anni,dottore,

che nn ho niente in mano da offrire al mio popolo,

niente altro che una mela

una mela rossa,il mio cuore.

E' per tutto questo,dottore,

e non per l'alteriosclerosi,per la nicotina,per la

prigione,

che ho questa Angina Pectoris.

Guardo la notte attraverso le sbarre

e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto

il mo cuore batte con la stella più lontana.

.

.

I tuoi occhi

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

che tu venga all'ospedale o in prigione

nei tuoi occhi porti sempre il sole.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,

sono così, le spighe, di primo mattino;

i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

quante volte hanno pianto davanti a me

son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,

nudi e immensi come gli occhi di un bimbo

ma non un giorno han perso il loro sole;

i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi

gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:

allora saprò far echeggiare il mondo

del mio amore.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

così sono d'autunno i castagneti di Bursa

le foglie dopo la pioggia

e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.

I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi

verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno

che gli uomini si guarderanno l'un l'altro

fraternamente

con i tuoi occhi, amor mio,

si guarderanno con i tuoi occhi.

.

.

L'uomo

Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate

gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie

le case, dalle tende di crine fino al cemento armato

le macchine, dagli aeroplani al rasoio elettrico

 

e poi gli oceani e poi l'acqua nel bicchiere

e poi le stelle

e poi il sonno delle montagne

e poi dappertutto mescolato a tutto l'uomo

 

ossia il sudore della fronte

ossia la luce nei libri

ossia la verità e la menzogna

ossia l'amico e il nemico

ossia la nostalgia la gioia il dolore

 

sono passato attraverso la folla

insieme alla folla che passa.

.

.

Ti sei stancata di portare il mio peso

Ti sei stancata di portare il mio peso

ti sei stancata delle mie mani

dei miei occhi della mia ombra

 

le mie parole erano incendi

le mie parole eran pozzi profondi

 

verrà un giorno un giorno improvvisamente

sentirai dentro di te

le orme dei miei passi

che si allontanano

 

e quel peso sarà il più grave

.

.

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà

sei la mia carne che brucia

come la nuda carne delle notti d'estate

sei la mia patria

tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi

tu, alta e vittoriosa

sei la mia nostalgia

di saperti inaccessibile

nel momento stesso

in cui ti afferro.

 

.

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